Testimonianze


 “Secondo Höss per dare la morte a 1500 persone erano necessari 5-7 chili di Zyklon (la ditta tedesca Tesch und Stabenov ne fornì al lager 19.652,69 kg negli anni 1942-43). Attraverso uno speciale spioncino praticato nella porta, il medico delle SS incaricato di sorvegliare l’andamento della gassazione, poteva osservare l’interno della camera a gas. Eccettuati i medici delle SS ed il personale addetto ai crematori, il Comandante del Campo Rudolf Höss fu tra i pochissimi  testimoni del processo di gassazione, che egli, così descrive: Attraverso gli spioncini praticati nelle porte, si poteva osservare  come le persone più vicine al pozzo d’areazione cadessero morte all’istante. Si può dire che un terzo circa moriva subito. Gli altri  cominciavano ad agitarsi, a urlare ed a lottare in cerca d’aria., ma ben presto le grida si trasformavano in rantoli e dopo pochi  minuti tutti giacevano a terra. Non passavano venti minuti e più nessuno si muoveva.(da ” Il Campo nazista della morte”)
Nel KL Auschwitz non c’era, come a Dachau, un regolamento disciplinare per i prigionieri i quali, pertanto, apprendevano i divieti con l’aiuto del bastone. Ecco cosa scrive il detenuto Czesław Jaworski, prima della guerra medico, arrestato dalla Gestapo ed internato ad Auschwitz perché sospettato di appartenere al movimento di resistenza clandestina: < Sulle scale mi accorsi che nel corridoio vi era una bacheca con su scritte diverse informazioni in tedesco. Vi cercai le regole vigenti nel campo, credendo che fossero comprese in qualche paragrafo e affisse per conoscenza. Purtroppo non le trovai. Improvvisamente vidi il capoblocco Schreiber e gli chiesi se vi fosse un regolamento per i detenuti del Lager, poichè intendevo prenderne conoscenza per evitare dispiaceri. Egli mi guardò come si guarda un pazzo, mi colpì al viso e disse: Eccoti il regolamento, signor consigliere!. Il chiarimento mi costò due denti. > (Czesław W. Jaworski, Wspomnienia z Oświęcimia – Ricordi di Auschwitz, Warszawa 1962, p. 46) …………..
……………. I rapporti punitivi gettano luce sui rapporti nel Lager. Il 13 Giugno 1944 Wilhelm Kowol, il direttore del sottocampo di Jawiszowice, propose di punire il detenuto Lazzaro Anticoli (nato il 3 Gennaio 1910 a Roma), il quale alle 11 di sera, insieme ad altri prigionieri, aveva cercato di introdursi nel porcile per rubare i resti di pane destinati ai maiali. Vinzenz Schöttl, Schutzhaftlagerführer del KL Auschwitz, lo condannò a 10 Domeniche di lavoro sotto sorveglianza, nella compagnia penale. (APMO. D-Au I, II, III-2/284 Raccolta dei rapporti e delle ordinanze punitive – Meldungen und Straƒverƒügungen-) ………………
………………….  Una punizione “ufficiale�? inflitta spesso era la fustigazione, eseguita di solito pubblicamente durante l’appello, su uno speciale tavolo sul quale il detenuto che vi giaceva non poteva muovere le gambe. I colpi, manganellate o, più di rado, le previste scudisciate, dovevano essere inferti rapidamente, uno dopo l’altro, non più di 25 per volta; ma in realtà ciò dipendeva dall’SSman che assisteva alla punizione. ………. Un’altra punizione molto dura era quella “del palo�?, consistente nell’appendere ad un palo il prigioniero per le mani ritorte dietro la schiena, in modo da impedirgli di toccare terra con i piedi. Era una punizione non solo assai dolorosa, al punto da far perdere i sensi ai prigionieri, ma anche pericolosa, perché provocava la rottura dei tendini delle braccia ed il detenuto così menomato, perdendo il controllo degli arti superiori, diventava inabile al lavoro e non superava indenne la selezione. Una delle pene più pesanti era la detenzione nella “Stehzelle�?, una cella di minuscola di 1 mq circa (ve ne erano quattro nel blocco nr 11 del campo base di Auschwitz) in cui i condannati erano costretti a stare in piedi ed alle quali si accedeva attraverso un foro praticato nella parte inferiore, dotato di inferriata e di porte ermeticamente chiuse. Nella cella regnava il buoi assoluto, in quanto anche una minuscola finestrella di cm 5 x 5, l’unica fonte d’aria, era coperta da una lamiera. In ognuna di esse venivano stipati fino a quattro detenuti in modo da impedirne anche il minimo movimento. ……. La detenzione poteva durare anche alcune notti o addirittura una o due settimane. (Auschwitz Il Campo Nazista della Morte – Franciszek Piper – Le condizioni di vita come mezzo di annientamento)……
campo nazista
 
* disponibile presso le librerie del Museo di Auschwitz-Birkenau