Budy


Il sottocampo di Budy

Nel mese di Marzo del 1941, i nazisti requisirono ed evacuarono l’intero villaggio di Bór; ai residenti non fu permesso di portare via alcun oggetto o proprietà e tutti i loro beni vennero sequestrati dalle SS. La popolazione locale venne trasferita nel Governatorato Generale o internata nei vari sottocampi già esistenti ed il nome fu cambiato in Budy. Gli unici a cui fu consentito di trasferirsi nei villaggi vicini furono i ferrovieri ed i minatori per poter poi sfruttare tale manodopera a favore del Reich.

La maggior parte delle case, quasi tutte estremamente povere, furono demolite ed il materiale recuperato fu utilizzato per la costruzione dei capannoni e delle torri istallate ad Harmęże mentre con i detriti furono preparate le fondamenta delle nuove baracche ed il fondo delle strade; questi lavori vennero eseguiti da detenuti che ogni giorno arrivavano a piedi dal Campo base di Auschwitz.
Nell’Aprile del 1942, i prigionieri furono sostituiti  da un gruppo di lavoratori civili provenienti dalla Iugoslavia ma questi non erano efficaci come i detenuti per cui durante la primavera del 1943 furono di nuovo i prigionieri a lavorare duramente nel campo. I lavori erano per lo più dedicati alla coltivazione di piante ed all’allevamento dei suini e dei bovini.

Man mano che il territorio si espandeva nasceva il bisogno di nuovi prigionieri schiavi e nuovi fabbricati agricoli; furono costruite ulteriori baracche che vennero utilizzate come magazzini di stoccaggio dei fertilizzanti, falegnamerie, fienili, magazzini per gli attrezzi  e stalle per i cavalli, per i bovini ed i suini.

2012-04-20_16-31-45_241Nel 1942, per ritorsione dovuta alla fuga della prigioniera Janina Nowak fu creata una nuova compagnia penale. I nazisti avevano la consuetudine di  eseguire le punizioni collettive relative ad reato di un solo prigioniero; alle 200 donne appartenenti alla squadra di Janina Nowak furono tagliati i  capelli a zero e furono costrette a vivere nell’edificio che prima era una scuola, circondato da doppio filo spinato non collegato a corrente elettrica. Le  detenute vivevano nella cantina e nella soffitta di tale edificio ed avevano a disposizione per dormire solo paglia e trucioli. A tale compagnia  appartenevano ebree polacche, russe, ucraine, francesi, iugoslave e donne tedesche e ceche. Queste donne furono sottoposte ad estenuanti lavori di  pulizia dei fondali degli stagni, taglio di erbacce nelle zone paludose, scavi di drenaggio per far defluire l’acqua delle paludi ecc.

Fu designata come sorvegliante l’ispettrice SS Elfreide Runge insieme a 25 SS con relativi cani da guardia.

 Le terribili condizioni di lavoro e la crudeltà delle kapò portarono alla morte di tante donne; ad Ottobre 1942 le kapò incaricate della sorveglianza  ingaggiarono una lotta con le prigioniere, lotta che si trasformò in un massacro in quanto le sorveglianti, con bastoni ed asce, uccisero circa 90  detenute. Tutte le detenute della Compagnia penale furono trasferite al Campo di Birkenau durante il mese di Marzo del 1943.

Le condizioni di lavoro a Budy erano terribili sia d’inverno che durante la stagione delle pioggie le detenute erano costrette a lavorare dalla mattina alla sera, all’aperto; uno dei lavori che più inorridiva le detenute era il compostaggio che veniva eseguito con le ceneri dei crematori di Auschwitz e Birkenau.

L’igiene era scarsissimo e solo una volta al mese venivano attuate le disinfestazioni durante le quali le prigioniere, indipendentemente dalla stagione, venivano costrette a stare fuori, nude, sino alla completa operazione dopodichè venivano restituiti i pochi abiti ancora bagnati.

L’evacuazione del campo avvenne nell’autunno 1944 e le detenute internate furono trasporate in Germania destinate a lavorare in alcune fabbriche di munizioni. (redazione)